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Protezione CivileMigranti, l’emergenza continua sul Canale di Sicilia

Migranti, l’emergenza continua sul Canale di Sicilia

Oltre 1.500 migranti soccorsi in sole due settimane di attività. È il primo bilancio del Moas (Migrant Offshore Aid Station), la prima operazione di soccorso di migranti in difficoltà nel Mediterraneo finanziata da privati partita dall’isola di Malta grazie all’impegno della famiglia Catrambone, una coppia di imprenditori italo-americana che ha deciso di dare il proprio contributo alle operazioni di salvataggio dei migranti in mare mettendo a disposizione una propria imbarcazione, la Phoenix I, con a bordo volontari, tecnici e attrezzature per soccorrere le barche in difficoltà. Dopo i primi soccorsi, durante i quali sono stati portati in salvo e trasferiti alle autorità italiane circa 300 migranti, in questi giorni la Phoenix ha intercettato altre quattro diverse imbarcazioni in difficoltà. La prima con circa 300 persone, di cui 83 tra donne e bambini a cui i volontari del Moas hanno prestato i primi soccorsi. Sempre in questi giorni un ulteriore intervento della Phoenix ha portato in salvo circa 400 migranti. Nelle ultime, altre 500 persone sono state soccorse e trasferite alla Marina italiana. “Si tratta per lo più di siriani, palestinesi ed eritrei – spiegano i responsabili del Moas -. Tra i migranti, alcuni sono partiti da Damasco e hanno raccontato di aver venduto tutti i loro beni per poter effettuare il viaggio. Uno di loro ha detto di aver venduto casa e auto, spendendo circa 15 mila dollari per portare la propria famiglia lontana dal conflitto”. Le operazioni in mare della Phoenix avvengono in stretta collaborazione con le autorità internazionali operanti nella zona, nonostante non sia stato stretto alcun accordo ufficiale. Prima di ogni operazione di salvataggio, la Phoenix comunica con le autorità per inviare informazioni riguardo alle navi soccorso e ricevere indicazioni sul da farsi. Ad oggi, però, i migranti soccorsi sono stati affidati tutti alle autorità italiane impegnate nel Mediterraneo col programma Mare Nostrum. Dotata di due gommoni e altrettanti droni per individuare in mare le imbarcazioni in difficoltà, la Phoenix sta continuando la propria missione senza sosta, pubblicando costantemente aggiornamenti attraverso il proprio canale Twitter. I fondi messi a disposizione dalla famiglia Catrambone, però, permettono di finanziare il progetto per un altro mese e mezzo, ma sul web è stata lanciata una raccolta fondi per permettere di prolungare le operazioni (fonte: Redattore Sociale).

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