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Protezione CivileSisma Emilia Romagna. Ecco come aiutare le associazione colpite

Sisma Emilia Romagna. Ecco come aiutare le associazione colpite

 Nel corso della sequenza sismica che ha colpito l’Emilia Romagna, molte delle Pubbliche Assistenze Anpas sono state danneggiate: alcune hanno perso la loro sede associativa. Nonostante tutto hanno continuato a garantire l’impegno verso le proprie comunità con la stessa passione e con l’impegno che ha permesso l’evacuazione degli ospedali di Mirandola, Finale Emilia e Carpi, oltre che al garantire il supporto alle popolazioni sfollate. Su questa pagina trovate i modi per aiutare le associazioni danneggiate dal sisma.

Supporto ai campi di accoglienza e alle sedi delle pubbliche assistenze danneggiate dal sisma:
Intestazione del c/c: A.N.P.AS. Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze
Causale: sostegno alle zone terremotate dell’Emilia Romagna
IBAN: IT 98 M 03359 01600 100 000 067 651
Comitato regionale Anpas Emilia Romagna: conto corrente aperto presso il Credito cooperativo Reggiano, IBAN IT67P0809512801000080126017, i cui fondi saranno devoluti alle opere di ricostruzione e messa in sicurezza delle sedi Anpas colpite dal sisma.

Croce Blu San Prospero: Banca Popolare Emilia Romagna, Ag. S. Prospero. IBAN IT 71N 05387 67000 000000 406568, causale: Una sede per la Croce Blu.
Croce Blu Mirandola: IBAN IT 10 I 0862366280000040121184, causale: una sede per la Croce Blu info 3271610236.

PROTEZIONE CIVILE: I NUMERI DELL’ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Nelle tre regioni colpite dal sisma, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, sono 16.064 le persone assistite grazie al lavoro del Servizio nazionale della protezione civile, che ha messo in campo oltre 4.100 tra uomini e donne: volontari delle colonne mobili delle Regioni, delle Province Autonome e delle organizzazioni nazionali, operatori ed esperti della protezione civile, vigili del fuoco, personale delle forze armate e dell’ordine, e delle altre strutture operative, a cui si aggiungono le centinaia di tecnici delle strutture territoriali di protezione civile.

Nello specifico, in Emilia Romagna sono 14.417 i cittadini ospitati nei 35 campi, nelle 47 strutture al coperto (come scuole, palestre e caserme, oltre che nei vagoni letto offerti da Ferrovie dello Stato e Genio Ferrovieri) e negli alberghi e campeggi messi a disposizione attraverso la convenzione stipulata con Federalberghi e Assohotel dalla Regione Emilia-Romagna. In particolare, 9.616 persone sono accolte nei campi tende, 2.535 nelle strutture al coperto e 2.266 in albergo.
Sono, invece, 2.894 i sopralluoghi effettuati dalle squadre di rilevatori in edifici pubblici e privati nella Regione Emilia, a partire dal 20 maggio scorso. Di questi, 1.144 sono stati classificati agibili, 540 temporaneamente inagibili, 185 parzialmente inagibili, 54 temporaneamente inagibili da rivedere con approfondimenti e 971 inagibili.

Nella Regione Lombardia, invece, all’interno dei 10 campi allestiti nella provincia di Mantova, risultano assistite 1.232 persone, cui se ne aggiungono 351 che hanno trovato sistemazione nelle 11 strutture al coperto, per un totale di 1.583 persone. Nella Regione Veneto, invece, i cittadini assistiti sono 64, tutti accolti in alberghi veneti.

I SATELLITI MISURANO I MOVIMENTI DEL SUOLO CAUSATI DALLA SCOSSA
Il Dipartimento della Protezione Civile continua il monitoraggio dallo spazio delle aree dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto, avviato subito dopo l’inizio della sequenza sismica. Le nuove acquisizioni radar dei satelliti della costellazione COSMO-SkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana, programmate su tutta l’area in cui sono in corso i fenomeni sismici, hanno permesso di definire gli effetti permanenti dei movimenti del suolo causati dalla scossa del 29 maggio 2012 di magnitudo 5.8.

Il monitoraggio. La zona maggiormente interessata si estende per circa 50 km quadrati, tra Mirandola e San Felice sul Panaro nella provincia di Modena: in essa il sollevamento del suolo è arrivato fino a 12 centimetri. Questo sollevamento è stato causato dallo scorrimento in profondità della faglia sulla quale si è originato il terremoto del 29 maggio.
Lo studio è stato condotto dai centri di competenza del Dipartimento della Protezione Civile, da un team congiunto di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA di Napoli) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), mediante la tecnica “Interferometria Differenziale” che permette di misurare spostamenti del terreno anche di pochi centimetri su grandiaree.

Le acquisizioni. L’ultima acquisizione del sistema COSMO-SkyMed sulla zona interessata dal sisma era avvenuta la sera del 27 maggio, pochi giorni prima del secondo evento. Il calcolo della deformazione del suolo, dovuta alla forte scossa del 29 Maggio, è stato possibile solo dopo il primo passaggio utile di uno dei quattro satelliti che fanno parte del sistema Cosmo-SkyMed, la serata del 4 giugno.
L’uso dei satelliti, caratterizzati da tempi di rivisita molto brevi ha permesso di avere a disposizione un gran numero di dati, così da poter studiare e separare gli effetti delle prime scosse sismiche del 20 maggio da quelle avvenute il giorno 29. Questo risultato consente un’analisi completa della zona interessata dalle deformazioni del suolo. L’area presenta un allungamento prevalentemente est-ovest.

Le immagini. Nell’interferogramma si vedono una serie di frange colorate concentriche che rappresentano la deformazione del terreno come effetto del terremoto. In particolare nella figura degli spostamenti sono ben visibili – con colori diversi – le aree in sollevamento colorate dall’arancione al rosso, fino ad un massimo di 12 cm. Le caratteristiche della deformazione, e il confronto con i dati della sismicità, indicano che la faglia del 29 maggio si colloca nella continuazione verso Ovest di quella del terremoto del 20 maggio.
Le osservazioni satellitari, oltre a fornire importanti informazioni nell’immediatezza di eventi sismici come in questo caso, rappresentano un patrimonio informativo fondamentale che, insieme ai dati raccolti sul campo e alla messa a punti di sofisticati modelli matematici, permette di approfondire la comprensione dei meccanismi fisici alla base dei fenomeni sismici.
 

L’ANPAS è un’organizzazione di volontariato senza fini di lucro diffusa su tutto il territorio italiano. Attualmente, ad essa aderiscono 880 pubbliche assistenze e 282 sezioni. A livello europeo Anpas fa parte della rete SAMI – Samaritan International.

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