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Protezione CivileSisma Emilia Romagna, è arrivata la seconda colonna mobile nazionale

Sisma Emilia Romagna, è arrivata la seconda colonna mobile nazionale

 di Giovanni Albanese

Una settimana dopo la scossa di terremoto più violenta di forza magnitudo 6,1 della scala Richter che ha colpito l’Emilia Romagna, si congeda la prima colonna mobile nazionale di Anpas che ha passato le consegne alla nuova spedizione che gestirà il campo di accoglienza di Mirandola fino al prossimo sabato 2 giugno. La nuova colonna mobile nazionale è formata da 45 volontari, provenienti dai comitati regionali Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta. Si tratta di volontari specializzati le mansioni in cucina, segreteria da campo e nel settore logistico (elettricisti, idraulici, ecc.). La Sala Operativa Nazionale è gestita invece da due operatori volontari.

Sono circa mille i pasti che Anpas fornisce quotidianamente grazie al lavoro della cucina allestita nel campo di piazza Costa, dove vengono ospitate 250 persone, con il massimo rispetto delle diverse culture delle persone presenti al campo. Anche questo sta favorendo il raggiungimento dell’obiettivo d’inclusione sociale che anche i nuovi volontari appena nell’area del sisma cercheranno di centrare in pieno.

Va evidenziato come l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, anche in piena emergenza come in terra emiliana, sta proseguendo pure nella sua opera di sensibilizzazione della popolazione ad adottare la strategia Rifiuti Zero, con la riduzione degli spostamenti dei mezzi associativi per i volontari giunti al campo dalle altre regioni.

Intanto la terra trema ancora. Oggi sono state registrate finora 25 scosse di bassa e media intensità, le più forti all’alba di magnitudo 3,4 e nel pomeriggio di 3,2. La frequenza delle scosse aumenta la “psicosi” da terremoto fra i cittadini lontani dalle case, anche quelle già dichiarate agibili dai vigili del fuoco, e così il numero degli sfollati è salito ancora. A sette giorni dal sisma sono infatti quasi settemila le persone sparse tra i 12 campi d’accoglienza allestiti o le 46 strutture al coperto – palestre o edifici comunali – e i 14 alberghi che danno ospitalità ai terremotati. Li assistono 1.200 volontari della Protezione Civile, che intanto sta definendo con le autorità locali e le forze dell’ordine un piano per i primi interventi, quelli cioè in grado di garantire la pubblica incolumità e il rapido svolgimento delle operazioni di soccorso.

A Roma, nella sede del Dipartimento nazionale di Protezione civile, 150 volontari di Anpas sono invece impegnati nella formazione del progetto “Terremoto – Io non rischio”, che sarà riproposto quest’anno in 100 piazze dislocate in tutte le regioni d’Italia, nel week-end del 13 e 14 ottobre, dopo l’ottimo successo ottenuto lo scorso anno nella fase sperimentale di nove piazze in sei regioni.

Nell’emergenza post terremoto dell’Emilia il Dipartimento della Protezione Civile fin dalle primissime ore dopo il sisma, sentiti in Comitato Operativo i suoi centri di competenza nei settori della sismologia e dell’elaborazione dei dati radar satellitari – Asi, Ingv e Cnr-Irea – ha coinvolto l’Agenzia Spaziale Italiana per la programmazione di nuove acquisizioni radar dai satelliti Cosmo-SkyMed. In questo modo è stato possibile disporre, in tempi molto rapidi, di un’informazione sull’estensione del territorio interessato dalla deformazione crostale, connessa alle scosse sismiche di maggiore energia della sequenza in atto, il tipo di deformazione e la sua entità.

Elaborazione dei dati satellitari sul terremoto del 20 maggio 2012 in Emilia
La metodologia. Una delle caratteristiche più importanti dei sistemi radar per l’Osservazione della Terra è la capacità di funzionare in qualsiasi ora del giorno e della notte e in qualsiasi condizione atmosferica. Questa caratteristica, data la densa copertura nuvolosa che ha interessato la zona durante i primi giorni dell’emergenza, si è rilevata di particolare importanza: l’informazione radar è risultata l’unica capace di fornire, in tempi brevissimi, un quadro d’insieme della situazione, non altrimenti rilevabile con le metodologie ottiche standard.
Mediante una tecnica denominata Interferometria Differenziale, è possibile misurare piccoli spostamenti del terreno, anche dell’ordine dei centimetri, utilizzando immagini radar acquisite prima e dopo un evento sismico. L’ultima acquisizione dei satelliti COSMO-SkyMed sulla zona interessata dal sisma è avvenuta la sera del 19 maggio, poche ore prima dell’evento.
Per poter calcolare la deformazione del suolo è necessario attendere che uno dei satelliti ripassi esattamente sulla stessa orbita. L’Agenzia Spaziale Italiana ha immediatamente predisposto l’acquisizione del primo passaggio utile post-terremoto che è avvenuto nella serata del 23 maggio. I dati satellitari sono stati prontamente elaborati da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il risultato. È il cosiddetto interferogramma, cioè una mappa di deformazione espressa in termini di cicli di colore.
Ogni ciclo, o frangia, è rappresentativo di circa 1.5 cm di sollevamento della superficie terrestre. L’area con fasce di colore (frange) concentriche nell’interferogramma indica un sollevamento del suolo dovuto alla rottura della faglia sismica al di sotto di 1-2 km di profondità. Questo primo risultato è particolarmente interessante in quanto, pur rappresentando solo il settore più orientale dell’area presumibilmente in deformazione, consente di capire che questa ha un orientamento prevalentemente est-ovest, parallelamente alla struttura tettonica che ha generato il terremoto, fornendo utili informazioni per la definizione del processo in atto. La qualità delle immagini risulta buona, nonostante le condizioni della superficie (presenza di campi, coltivazioni e vegetazione) non siano ottimali.
Per rendere più evidenti le deformazioni misurate, le frange sono state convertite in deformazione e rappresentate mediante un codice di colori sulla cartografia di GoogleEarth. Le zone azzurre sono quelle colpite da deformazione trascurabile, mentre quelle in rosso sono quelle che hanno raggiunto il valore di massimo sollevamento pari a circa 15 centimetri per l’area studiata, in buon accordo con i dati sismologici, che mostrano un piano di rottura verso Sud lungo il quale la parte meridionale di questo settore della Pianura Padana si è accavallato sul settore settentrionale (faglia di sovrascorrimento).
Questi dati vengono verificati sulla base delle verifiche sul posto tuttora in corso da parte degli esperti geologi.
La qualità dei risultati ottenuti risulta particolarmente elevata, come si vede dalle immagini riportate, pur essendo riprese in un’area particolarmente critica per i sistemi radar a causa della presenza di campi, coltivazioni e vegetazione. I dati satellitari verranno integrate con le informazioni provenienti da campagne di rilievo sul posto tuttora in corso da parte degli esperti geologi.

L’ANPAS è un’organizzazione di volontariato senza fini di lucro diffusa su tutto il territorio italiano. Attualmente, ad essa aderiscono 880 pubbliche assistenze e 282 sezioni. A livello europeo Anpas fa parte della rete SAMI – Samaritan International.

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