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ComunicazioneSotto la neve pane….

Sotto la neve pane….

Negli ultimi periodi si vive la psicosi delle “a” e delle “e”. Dalla paura di andare in Nave alla paura di vedere la Neve. Nei periodi della mia infanzia sia l’una che l’altra erano considerati momenti di gioia, di novità. Gli anziani mi dicevano: Sotto la neve il pane; Anno nevoso, anno fruttuoso; la neve mentre scende ci parla e sembra che il tempo si fermi. Nei momenti in cui ciò avveniva, per la gioia di tutta la famiglia, dopo aver giocato un po’ fuori a lanciare palle di neve, ci si tappava in casa e si beveva cioccolate bollenti. E già al rientro a scuola era pronta la “ maestra “ a farci studiare la poesia di Saba: Neve che turbini in alto e avvolgi le cose di un tacito manto.

Neve che cadi dall’alto e noi copri coprici ancora,all’infinito: Imbianca la città con le case,con le chiese, il porto con le navi, le distese dei prati….”. Purtroppo oggi mi accorgo, al contrario, di come tale evento venga strumentalizzato per fini, come sempre politici. Adesso invece che Saba si studia il “poeta Alemanno” che, parlando della neve dedica, alla stessa, un intero libro sulla “ Bufera “  sottolineando come Lui non abbia avuto notizie per tempo da tale Gabrielli…probabilmente intendendo l’Arcangelo Gabriele divenuto Gabrielli sicuramente per un refuso di stampa.

Purtroppo non una bufera di neve ma una tormenta vera e propria, nonostante i 15 cm di neve che in altre Città avrebbero determinato il sorriso dei bambini, hanno al contrario determinato e stabilito la Sua incapacità ad assicurare un regolare funzionamento dei servizi. Dalla creazione del Mondo è nevicato, così come è piovuto o è avvenuta la siccità ma a seconda dei periodi gli eventi sono stati valutati in maniera diversa. Non è mica colpa del Capo del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile se una città come Roma si paralizza per 15 cm di neve; non è mica colpa della pioggia se i quartieri si allagano, non è mica colpa di qualcuno se altri non sono mai pronti ad affrontare fenomeni naturali. Ma per “Alemanno“ la colpa è della Protezione Civile dimenticando che è Lui il Responsabile di Protezione Civile in Città, che è Lui che dovrebbe pianificare gli interventi in tempi non sospetti, che è Lui che dovrebbe dotare i Suoi Uffici di utili strumenti a fronteggiare le emergenze.

Purtroppo su una cosa ha ragione l’Ufficio del Comune di Roma non ha funzionato mentre, al contrario, il volontariato di Protezione Civile è stato pronto ad intervenire, a soccorrere. Certo ma i volontari non “contano” perché operano gratuitamente ed in maniera spontanea anche in assenza del coordinamento comunale, perché sono “ Angeli “ e come tali non pretendono che altri li vedano…..

di Miriam Colaleo

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